quando da piccola un brivido mi percorreva la schiena, mia nonna diceva che la morte mi aveva appena sfiorato.
se facevo una smorfia, dovevo fare attenzione a non deformare la faccia al suono delle campane della chiesa del paese vicino: sarei rimasta così a vita.
dovevo temere anche il vento contro le finestre: erano le urla dei morti.
non guardare negli occhi i ciechi perchè mi vedevano lo stesso.
baciare la foto sulla lapide della cugina annegata nel pozzo: d'altronde l'unica foto che le fu scattata in vita fu post mortem.
oggi ho scoperto che in un'altra infanzia il tuono era il diavolo in carrozza.
Amour, di Michael Haneke
9 anni fa