martedì 21 settembre 2010

momenti del cazzo

ci sono momenti nella vita in cui sinceramente ti chiedi perchè le giornate ti scivolino via come ridere.
io perlomeno me lo sto chiedendo.
e allora sarà che ci sentiamo tutti un po' americani, che dobbiamo sempre fare qualcosa per farci ricordare.
ma sostanzialmente mi sto rompendo il cazzo, credo anche che il mio livello culturale si stia abbassando e mi sento in mezzo a una poltiglia grigia.
un limbo morbido, dove pensare che ci sia di peggio - sinceramente - non mi risolleva.
quando ero più giovane, pensavo che si dovesse fare l'amore minimo 1 volta al giorno.
finchè l'ho fatto, ero felice.
quando studiavo, ero convinta che ogni sera fosse ideale per uscire e combinare qualcosa. Qualsiasi cosa.
finchè l'ho fatto, mi sono sentita felice.

giovedì 9 settembre 2010

la scorra

quando mi sveglio la mattina, tutta sola nel lettone, trovo molto eccitante spingere con la pancia ed eliminare il gas notturno.
ma ancora di più mi piace quando sono alla fermata dell'autobus: ritrovo le forze del risveglio e mollo una bella scoreggia, così, senza cercare di appiattirla, mummificarla, umiliarla, schivarla.
braaaam.
che nel traffico cittadino, si perde che è un piacere.
come quando andavano di moda le discoteche: in quanti fra un balzo tunzettone e l'altro ne hanno approfittato per aggiungere una loro personale percussione?
un mio amico - che oggi compie gli anni - mi ha confessato che prova un notevole piacere nel tirare le bombe mentre sta con la fidanzata sul balcone.
mi ha detto che si sentono fino all'angolo. e poi la incolpa, ma questo è un classico maschile.
insomma, date vita ai vostri peti: tanto per quanto loffie le stiate facendo, comunque vi stanno uscendo dal buco del culo.
sonorizzatele!

venerdì 3 settembre 2010

a sapervelo spiegare

vivo ancora quella lentezza nostalgica del post ferie.
benchè abbia avuto già i sintomi della diarrea post prandiale che mi coglie quando mi nutro della merda del bar nella piazzetta.
ma è più forte di me.
devo mangiare quel vitello tonnato, che è un po' come la Luisona di Benni.
fettine di carne ricoperte da una salsa al tonno in scatola, adornate da capperi di bassa fortuna pieni/carichi di acido e aceto.
prendo la fettina, la giro e ogni volta con un brivido di perversione scopro un colore che vira al turchese.
e la mangio.
una dietro l'altra.