Credo che a tutti piaccia cacare, di per sè lo stitico è sempre gonfio e infelice.
E non solo per i supposti stimoli organici dello sfintere: cacare significa liberarsi di un fardello.
Son così tanti quelli che abbiamo e non ci possiamo scrollare, che una bella cacata rimette in pace col mondo, raddrizza la giornata.
E quindi sia lode allo stronzo che esce netto dal culo, come se fosse stato oliato e scivolasse fuori con la sua naturale velocità.
Rendiamo grazie all'imbottigliabile, nella sua morbida e liquida consistenza.
Sorridiamo con la merda a spruzzo, che artisticamente ci dipinge le pareti del cesso come solo il miglior Pollock saprebbe fare.
E siamo indulgenti con la cacata che non riesce in pieno, quella che si trancia sul più bello: prima o poi vincerà la timidezza e anch'essa ci abbandonerà.
Questo post è dedicato ai coprofagi e ai coprofili che ogni tanto mi scrivono delle mail.
Non ho il vizio di infilare le mani nella cacca nè di assaggiarla, ma provo una netta soddisfazione nel defecare.
Amour, di Michael Haneke
10 anni fa