venerdì 22 ottobre 2010

Inno alla merda

Credo che a tutti piaccia cacare, di per sè lo stitico è sempre gonfio e infelice.
E non solo per i supposti stimoli organici dello sfintere: cacare significa liberarsi di un fardello.
Son così tanti quelli che abbiamo e non ci possiamo scrollare, che una bella cacata rimette in pace col mondo, raddrizza la giornata.
E quindi sia lode allo stronzo che esce netto dal culo, come se fosse stato oliato e scivolasse fuori con la sua naturale velocità.
Rendiamo grazie all'imbottigliabile, nella sua morbida e liquida consistenza.
Sorridiamo con la merda a spruzzo, che artisticamente ci dipinge le pareti del cesso come solo il miglior Pollock saprebbe fare.
E siamo indulgenti con la cacata che non riesce in pieno, quella che si trancia sul più bello: prima o poi vincerà la timidezza e anch'essa ci abbandonerà.

Questo post è dedicato ai coprofagi e ai coprofili che ogni tanto mi scrivono delle mail.
Non ho il vizio di infilare le mani nella cacca nè di assaggiarla, ma provo una netta soddisfazione nel defecare.

7 commenti:

  1. Alle superiori dovrebbero smettere di insegnare la filosofia e cominciare a far studiare il tuo blog, sei un genio :D

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  2. come è bello cagare quando scappa
    come è bello pisciare quando scappa
    come è bello scoreggiare quando scappa
    è un immenso senso di liberazione il cui piacere è paragonabile a un orgasmo.

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  3. @notorius: grazie mille, ma per scrivere queste cose mi son strafatta di filosofia.ahahaha
    @lorenzo: adoro le funzioni del corpo.

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  4. Forse la chiosa e liberaci dal male (amen) ha un nesso, tutto sommato, senza eresia.

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  5. Defecatio matutina bona tamquam medicina. Defecatio meridiana neque bona neque sana. Defecatio vespertina ducit hominem ad ruinam.

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  6. Sei come i bambini, parli sempre di merda. Signorina Gerico, si contenga!

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  7. sì, son peggio dei bambini che vanno in chiesa per i preti! (mamma mia, oggi ho l'umorismo nero morte)

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