quando da piccola un brivido mi percorreva la schiena, mia nonna diceva che la morte mi aveva appena sfiorato.
se facevo una smorfia, dovevo fare attenzione a non deformare la faccia al suono delle campane della chiesa del paese vicino: sarei rimasta così a vita.
dovevo temere anche il vento contro le finestre: erano le urla dei morti.
non guardare negli occhi i ciechi perchè mi vedevano lo stesso.
baciare la foto sulla lapide della cugina annegata nel pozzo: d'altronde l'unica foto che le fu scattata in vita fu post mortem.
oggi ho scoperto che in un'altra infanzia il tuono era il diavolo in carrozza.
Amour, di Michael Haneke
10 anni fa